sabato 1 dicembre 2018

RECENSIONE: Lo spazio torbido di Simone Cozzi

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Titolo: Lo spazio torbido
Autore:  Simone Cozzi
Pagine : 124
Editore: Panda Edizioni (22 ottobre 2018)
Collana: Panda Edizioni
Lingua: Italiano


Buona sera lettore, in questo post cambiamo genere, uno che preferisco fin da adolescente, e vi parlo del terzo romanzo di Simone Cozzi, “Lo spazio torbido”.

TRAMA

È la vigilia del giorno di Sant’Ambrogio del 1933 e, per uno di quegli scherzi che solo il destino sa realizzare, il Delegato Ripamonti si ritrova nella propria città natale pronta a celebrare la festa del santo patrono, esattamente nel momento in cui vorrebbe essere ovunque tranne che a Milano. Convocato dallo scorbutico Vice Questore Guido Leto che ne apprezza le qualità investigative e la sua capacità di indagare senza suscitare inutile clamore, viene incaricato di risolvere il caso di un omicidio avvenuto all’interno del prestigioso hotel Principe di Savoia. Procedendo con la propria inchiesta fra Milano, incupita dalla dittatura e trasfigurata dall’inverno, e l’ormai familiare Mandello del Lario, Ripamonti si troverà a compiere un viaggio di esplorazione nella natura umana, costretto a confrontare i propri istinti con quelli dell’assassino, in una continua altalena fra l’opportunità di commettere il male e l’imperativo morale che lo ancora alla rettitudine.

AUTORE

Simone Cozzi è nato a Milano nel 1967 ed è padre di una bambina di nome Rachele che è il suo vanto. Pur essendo laureato in Economia e Commercio, è appassionato di fotografia e di musica. Nutre inoltre un viscerale amore per il Martini Cocktail. Dal 2011 al 2017 ha curato il blog Le cronache di Sigma. Nel 2014 ha preso parte al Cochonnerie-Labile Collettivo, con il quale ha pubblicato Fatti mangiare dall’amore. Con Panda Edizioni ha pubblicato nel 2015 il suo primo romanzo La pace inquieta e, nel 2016, Doppio Strato. Lo spazio torbido è il suo terzo romanzo.

RECENSIONE

Lo spazio torbido di Simone Cozzi è un poliziesco dalle tinte noir: benché il protagonista, Vittorio Ripamonti, sia un investigatore sempre ligio al dovere, è tormentato da forze esterne e interne che gli lacerano il petto. Egli è costantemente oppresso dagli effetti di un "amore disperato" e dalla lotta tra l'istinto del male e il monito della morale, trovandosi a confrontare con l'animo dell’assassino, il suo alter ego.
Il romanzo è ambientato a Milano nel pieno periodo della dittatura che fa da cornice allo stato d’animo cupo del protagonista e le indagini seguirano una pista lineare che lo porteranno a scoprire non solo l’identità dell’assassino, ma anche il mistero che avvolge la vittima coinvolta in affari loschi internazionali.
La storia dell'omicidio avvenuta nell'hotel Principe di Savoia, è ispirata a un fatto realmente accaduto, liberamente romanzato da Simone. Anche molti elementi presenti nel romanzo, come alcuni personaggi, sono presi da persone e da cose care all’autore, tipo il suo cocktail preferito che rende così personale e intimo il rapporto tra il lettore e lo scrittore.
La scrittura dell'autore è elegante e cupa come l'atmosfera che avvolge il racconto. A parere mio può essere la sceneggiatura di un fumetto in bianco nero. Almeno così si concretizzava nella mia mente.
Questo romanzo mi è piaciuto molto e consiglio vivamente la lettura per gli amanti del genere!
"C è uno spazio torbido dove si trovano terreno fertile i pensieri più inaccettabili. Lì, celati e protetti nella penombra della morale, quei pensieri si nutrono, crescono e si impadroniscono dell'individuo che li alberghi: e lo trasformano, generando un mostro. Qualcuno li libera, altri riescono a trattenerli".
Buona lettura!

Ringrazio La taccuino Ufficio Stampa per avermi fornito la copia cartacea. Nonostante questo, la mia opinione sul libro è spontanea e sincera, assolutamente non influenzata o forzata come per tutte le mie letture.







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