sabato 1 febbraio 2014

5. RECENSIONE: "… E venne chiamata due cuori" - Marlo Morgan















oggi voglio parlarvi del ultimo libro che ho letto. Un libro davvero speciale prestato da una donna altrettanto speciale (ne approfitto per mandarle un bacio). Vi presento: … E VENNE CHIAMATA DUE CUORI di Marlo Morgan.


TRAMA

Tutto ha inizio quando Marlo Morgan, l’autrice, un’americana che per motivi di lavoro si trova  a vivere in Australia, accetta l’invito di una tribù di aborigeni, convinta di partecipare a una cerimonia in suo onore quale riconoscimento per l’attività svolta. Con sua grande sorpresa, Marlo viene invece portata nel cuore di una foresta, dove le viene richiesto di indossare gli abiti tribali e di seguire la “Vera Gente”, come l atribù si definisce, in una sorta di vagabondaggio. Marlo accetta, ignara tuttavia di quanto l’attende. Poiche il “vagabondaggio” si rivela in realtà un viaggio di 4 mesi che mette a dura prova il suo fisico e la sua volontà: 1400 miglia nell’Outback australiano, a piedi nudi, cibandosi di quanto la Natura offre, vermi compresi, sotto un sole implacabile, a volte senz’acqua. 

AUTORE

Marlo Morgan è una scrittrice statunitense, nata nel 1937 in Iowa, ottenne un dottorato in biochimica e in medicina orientale. Raggiunse il successo grazie al libro “E venne chiamata Due Cuori”, pubblicato nel 1990, come una testimonianza autentica dell'esperienza vissuta dall'autrice con gli aborigeni australiani. Il libro fu un best-seller internazionale e vendette 250.000 copie in 17 lingue diverse. La United Artists acquistò i diritti del libro per trarne un film. A quest'annuncio, otto aborigeni « anziani » partirono per gli Stati Uniti nel 1996 per impedire la realizzazione del film accusato di contenere falsità e di sostenere propositi razzisti. Il film non fu mai prodotto e Marlo Morgan presentò allora le sue scuse agli aborigeni sulle pagine del giornale Weekend Australian, ammettendo che il libro contiene fatti romanzati. Nel 1998 ha pubblicato un secondo romanzo, “Il cielo, la terra e quel che sta nel mezzo” (Message From Forever), che non ebbe però lo stesso successo del precedente. (Wikipedia)

RECENSIONE (*attenzione spoiler*)

Se ad un certo momento della vostra, si presentasse l’occasione di fare un viaggio che vi darà l’opportunità di essere una delle poche persone che potrà vivere esperienze uniche che contribuiranno a cambiare profondamente il senso della vostra vita, ma a patto di non sapere quanto durerà e dove si terrà, di non poter portare nessun oggetto, vestiti compresi (se non un semplice telo intorno al corpo) e di non poter contattare nessuno, nemmeno per avvisare del nostro viaggio, voi cosa fareste? Lascereste tutto alle spalle? Io non so se avrei il coraggio di “sparire dal mondo”, anche se più di una volta, soprattutto quando sono sottopressione, sono stata tentata. Di certo, l’autrice, Marlo Morgan, protagonista di questo diario di bordo, non si è fatta tanti problemi. Convinta di dover partecipare ad una cerimonia di una tribù locale, si ritrova a fare un viaggio con gli aborigeni australiani, a vivere come loro.



Questo libro è davvero molto bello, la lettura è piacevole e il tutto viene raccontato in prima persona dall’autrice, dando la possibilità di immedesimarsi in lei, come se fossimo proprio noi a fare questo viaggio. Non è detto che tutto ciò che ha vissuto l’autrice sia vero, anzi la stessa Marlo Morgan, avverte fin dall’inizio del racconto, che è una storia romanzata e alcune parti non sono vere, però, vero o no, è molto forte il messaggio che vorrebbe trasmettere. Mi sono resa conto, di quanto noi “civilizzati” conosciamo davvero poco delle potenzialità della Terra e di tutto quello che ci può offrire. E’ incredibile come anche nel deserto, si ha la possibilità di sopravvivere. Ovviamente bisogna avere una profonda conoscenza delle proprietà delle piante, di saper proteggere la pelle dalle radiazioni sociali e avere il coraggio di mangiare vermi sei vuoi andare avanti.


Il libro offre un momento di riflessione sulla propria vita: siamo convinti che possedere una casa, macchine, cellulari, computer, vestiti, ci rende dei privilegiati rispetto a coloro che possiedono poco o niente; in realtà, siamo solo schiavi degli oggetti e della nostra società, che ci rende vulnerabili e indifesi quando in seguito ad una calamità ci viene tolto tutto. Siamo solo degli illusi.
Il viaggio non è mai stato il mio genere preferito. Però è una lettura leggera, ideale per i curiosi e gli amanti della cultura di altri popoli.



Buona lettura!
baci!K.

CITAZIONE PREFERITA:
“Mi piacque l’idea di guardarmi indietro e pensare che, anche quando avevo apparentemente commesso degli errori o fatto scelte perdenti, a un certo livello del mio essere avevo fatto invece tutto ciò che potevo in quella circostanza e che nessuna di quelle azioni rappresentava una regressione.”
“Quel giorno imparai anche che ognuno di noi ha il potere di plasmare la propria vita in perfetta autonomia. Possiamo arricchire le nostre esistenze ed essere creativi e felici nella misura in cui ci permettiamo di esserlo.”
“Essere un tutto unico non significa che siamo tutti uguali. Ciascun essere è unico e due non possono occupare il medesimo spazio. Come la foglia ha bisogno di tutte le sue parti per raggiungere la completezza, così ogni spirito ha il suo posto speciale.”

2 commenti:

  1. A me invece piacciono le storie di viaggi ^^ questo ce l'ho a casa ;) non l'ho acquistato il e non sapevo neanche di cosa parlava ma ora credo che lo leggerò presto! Grazie grazie per questa recensione :P

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    1. grazie a te per essere passata e buona lettura!!!!!:)poi fammi sapere se ti è piaciuto!

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