Continua il mio interesse per la letteratura italiana del '900.
Carica e piena di entusiasmo dalla lettura di La Ciociara di Alberto Moravia,mi sono buttata a capofitto su "Cristo si è fermato a Eboli" di Carlo Levi e ho preso una bella craniata!
Lettura altamente intellettuale e sociologica, ma che noia!!! Mi aspettavo azione, guerra, sopravvivenza....nulla, un memoriale autobiografico che denuncia come lo Stato, ai tempi del fascismo, non si curasse delle piccole realtà del Meridione, abbandonando i contadini nella miseria e nella malattia (da qui il titolo "Cristo si è fermato a Eboli" come dice l'autore 'non è forse nulla più che l'espressione di uno sconsolato complesso di inferiorità')
Se in "La Ciociara", l'autore si nasconde dietro a un personaggio inventato popolare e diventa protagonista della Storia; in questo libro, autore e narratore, hanno la stessa identità che osserva e mantiene le distanze da una realtà che per lui è sconosciuta e curiosa. Riporta le abitudini dei contadini, le credenze e i miti. Mosso a compassione, prova a risollevare il morale, ma da solo non può nulla. I contadini provano a coinvolgerlo, chiedono il cambiamento, ma lui fa promesse che non mantiene e ritorna nella sua terra, una volta finito il confino.
Tolte le mie aspettative, è indubbiamente un libro profondo, riflessivo e neorealista. Ho apprezzato lo stile descrittivo sia dei paesaggi che dei personaggi. Ho sofferto nel leggere le gravi condizioni di salute dei bambini di Matera. E mi rammarico nel pensare che molte condizioni igienico-sanitarie ed economiche esistono ancora adesso in Italia.
Insomma, questo libro mi ha trasmesso troppa tristezza....speriamo che nella prossima lettura andrà meglio.
E' un libro che vorrei recuperare anche io prima o poi! Sento che è un tipo di letteratura che non ho mai approfondito
RispondiEliminaciao ho sentito parlare di questo libro però mai letto. Prima e poi devo cominciare a leggere i libri di letteratura del '900
RispondiElimina